Russia, Germania, Brasile, Portogallo, Argentina, Belgio, Polonia, Francia, Spagna, Perù, Svizzera, Inghilterra, Colombia, Messico, Uruguay, Croazia, Danimarca, Islanda, Costa Rica, Svezia, Tunisia, Egitto, Senegal,...

Russia, Germania, Brasile, Portogallo, Argentina, Belgio, Polonia, Francia, Spagna, Perù, Svizzera, Inghilterra, Colombia, Messico, Uruguay, Croazia, Danimarca, Islanda, Costa Rica, Svezia, Tunisia, Egitto, Senegal, Iran, Serbia, Nigeria, Australia, Giappone, Marocco, Panama, Corea del Sud, Arabia Saudita.

Leggo e rileggo la lista ufficiale delle 32 qualificate ai prossimi Mondiali, sperando in un miracolo, sperando di essermi sbagliato, sperando di aver vissuto solamente un brutto e triste sogno.

Leggo e rileggo, ma l’Italia continua a non esserci.

Non è uno scherzo, non è un incubo, non è un errore: ormai è realtà. E ormai dovrò imparare a convivere con tutto questo, dovrò realizzare che, per rivivere certe emozioni, dovrò ormai aspettare un bel po’ di tempo.

Ma il peggio, forse, verrà tra qualche mese. Perché da sabato ci ritufferemo nella normalità del campionato, dei derby, della classifica, dei movioloni al VAR e delle discussioni al BAR, della Champions e dell’Europa League, e forse, almeno per un po’, ce ne dimenticheremo tutti. O faremo finta, perlomeno.

Ma a giugno, quando tutto il mondo si darà appuntamento in Russia, bé, sarà in quel momento che farà male. Perché non riuscirò a far finta di niente, e perché sarà proprio in quel momento che la nostra assenza diventerà un macigno.

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L’Italia ai Mondiali – e agli Europei – è stata un’incrollabile certezza delle mie estati. Sapere che, comunque sarebbero andate le cose, avremmo passato un paio di settimane a criticare le convocazioni, a scegliere la formazione migliore, a fare i conti con la calcolatrice per sistemare la differenza reti con Panama e sperare di passare in qualche modo agli ottavi di finale. Il tutto con gli amici di sempre, una grigliata e qualche birra.

No, invece, niente di tutto questo: la prossima sarà semplicemente un’estate difficile. Amo troppo il calcio per non seguire i prossimi Mondiali, e a giugno sarò comunque lì a vedere Costa Rica-Islanda e Danimarca-Messico.

Non sarà lo stesso, non potrà essere lo stesso. Sarà solo e semplicemente calcio, niente più.

Valerio Nicastro
twitter: @valerionicastro