C’è un momento preciso in cui ti accorgi che il tempo è passato, anzi, volato via. Per te che il calcio lo ami, mangi,...

C’è un momento preciso in cui ti accorgi che il tempo è passato, anzi, volato via. Per te che il calcio lo ami, mangi, respiri da una vita, da quando hai imparato a capire che quella cosa rotonda inseguita da 22 scellerati in giro per un prato verde ti faceva divertire, ridere, piangere, gridare, emozionare

Si, per te che segui il calcio da quando sei nato, o perlomeno da quando hai coscienza, è proprio questo il momento in cui ti accorgi che il tempo passa, scorre, vola via come fosse Pendolino Cafu, su quella maledetta fascia. Succede in una calda serata di fine agosto che inaugura l’ennesima stagione calcistica, che, naturalmente, aspettavi come poche cose al mondo. Succede quando leggi le formazioni di Juventus-Fiorentina, e ci ritrovi un nome familiare.

Con il numero 25, tra Ilicic e Kalinic, Paulo Sousa schiera Chiesa. Ti guardi un attimo intorno, cerchi conforto, cerchi lo sguardo familiare dei tuoi amici, quelli con cui ti godi le partite da una vita. Cominci ad andare nel panico, speri che sia solo un caso, una coincidenza.

Non può essere come pensi. Non deve.

Metti a tacere, per un attimo, quella voce che ti sta salendo sempre più su. Poi la partita comincia, c’è frastuono, non riesci a sentire la voce di Fabio Caressa, vuoi cercare disperatamente di capire quello che sta dicendo. Perché quei primi piani ti lasciano ancora qualche dubbio.

Gli somiglia. Eccome se gli somiglia. Però, dai, non può essere.

Poi prendi coraggio, a due mani. Lanci lì, nell’aria, quella domanda che avevi in canna da tanto tempo. Nella maniera più neutra possibile, in modo che faccia meno male. Per provare a non sentire quella risposta che proprio non vuoi sentire.

Che strano ragazzi, Chiesa, come Enrico, ve lo ricordate Enrico? Curiosa omonimia, vero?

I tuoi amici ti guardano, con lo sguardo stranito, con la faccia di chi vuole compatirti. Poi, però, qualcuno te lo deve dire, ti deve dare la notizia che ufficializza il tuo ingresso, prepotente, nel meraviglioso mondo degli anziani. Come un fulmine a ciel sereno, ti comunicano la ferale notizia.

Guarda che Federico Chiesa è il figlio di Enrico Chiesa“.

La testa comincia a girarti. Cominciano a scorrere nella tua testa i gol di Enrico Chiesa, i tempi in cui battagliavi per lui all’asta del Fantacalcio, le volte in cui hai esultato con lui e quelle in cui l’hai maledetto. Si, è ufficiale, sei diventato vecchio: più che quando i tuoi campioni preferiti cominciano a passare in panchina, è quando i figli dei tuoi idoli iniziano a scendere in campo che capisci che non sei più giovane come una volta.

Provi a sdrammatizzare, chiudendo il discorso con un’uscita a pugni chiusi.

Pensa che strano per Buffon giocare contro il figlio di un suo ex compagno di squadra“.

Già, che strano.

Valerio Nicastro
twitter: @valerionicastro