San Marino: quando un punto è tutto
Blog Novembre 15, 2014 delinquentidelpallone
Un punto.
Un punto può essere usato per mettere fine ad una frase.
Un punto può essere usato per andare a capo. Iniziare una nuova fase della nostra vita.
Un punto può essere usato per domandare, per chiedere, per sapere.
Un punto può essere usato per esclamare, per sottolineare, per accentuare.
Un punto può essere usato in geometria, una posizione, una coordinata.
Un punto può essere un punto di vista sul mondo, un modo di vedere le cose.
Un punto te lo può mettere il dottore, quando ti si apre una ferita, per ricucirti e guarirti.
Un punto lo può mettere la sarta al tuo vestito, per aggiustarlo e sistemarlo. Per metterti in ghingheri.
Un punto. Un punto a volte può anche diventare tutto. Un punto a volte può anche scrivere la storia. Un punto a volte può anche significare vedere ripagati i sacrifici di una vita. Tutte quelle volte in cui hai dovuto chinare la testa. Tutte le 552 volte in cui gli avversari hanno bucato la tua porta. I 20 gol segnati in 24 anni. Quasi uno ogni anno. I chilometri in giro per l’Europa a raccogliere palloni in fondo al sacco. I minuti passati a difendersi per non prendere il decimo gol. I due pareggi raccolti nelle qualificazioni mondiali nel corso degli anni. Oggi, un punto significa tutto questo. Oggi, un punto ripaga tutti questi sacrifici. Oggi, lo 0-0 di San Marino con l’Estonia, il primo punto dei sammarinesi nella storia delle Qualificazioni Europee vale molto più di un punto qualsiasi. Oggi, per San Marino, quel punto, quel pareggio, quel triplice fischio finale vale una vita intera.
Valerio Nicastro
twitter: @valerionicastro