Il pagellone di fine anno della Serie A
2016-17I pagelloni Dicembre 28, 2016 Pagolo
Fine anno, tempo di bilanci. Anche per una Serie A che va in pausa e che rivedremo solamente nel 2017. Prima di concludere l’anno, allora, abbiamo pensato di analizzare questa prima parte di campionato, che si avvicina ormai al giro di boa del girone di andata, e di dare i voti alle 20 squadre della nostra Serie A, in questo pagellone di fine anno.
Ovviamente, i voti sono stati dati non solamente in base alla classifica, ma anche e soprattutto in base al valore della rosa, alle aspettative e a quanto fatto vedere in campo relativamente al proprio potenziale. Questo è il nostro pagellone di fine anno della Serie A: buona lettura.
ATALANTA 8,5
C’è stato un momento, poco tempo fa, in cui la banda di Gasperini si è giocata lo scontro al vertice contro la Juventus, in cui poi è uscita sconfitta piuttosto nettamente, che solo a pensarci ad inizio anno ti prendevano giustamente per pazzo.
Solo questo basterebbe per descrivere quanto epica sia stata, per il momento, la cavalcata della Dea in questo primo scorcio di campionato.
Ma c’è molto di più: i risultati sorprendenti ottenuti dai nerazzurri sono arrivati non grazie ad un calcio speculativo, di cui giocoforza spesso si avvalgono le squadre provinciali, bensì a coronamento di un gioco sempre propositivo e molto votato all’attacco.
L’Atalanta è riuscita a mettere in mostra giocatori giovani, molti dei quali italiani, di cui sicuramente sentiremo parlare in futuro: su Caldara ha già messo le mani la Juventus, su Gagliardini c’è l’interesse delle milanesi mentre su Kessiè, gioiellino della Costa d’Avorio, si è scatenata una vera e propria asta con squadra anche della Premier League.
Gian Piero Gasperini, artefice di questo, che fino ad ora possiamo definire capolavoro, ha svolto un compito praticamente perfetto, i cui risultati scintillanti sono sotto agli occhi di tutti.
Secondo il nostro giudizio, in relazione soprattutto a quelle che erano le premesse, all’Atalanta spetta il voto più alto della prima parte di campionato.
BOLOGNA 5
L’estate rossoblù è stata abbastanza travagliata, con il caso Diawara a tenere banco, le cessioni di Brienza e Giaccherini e la ricerca di qualcuno che potesse sostituire, o affiancare Mattia Destro.
In più aggiungiamoci il caso Mirante, fermato per buona parte di inizio stagione per il mancato conseguimento dell’idoneità sportiva e abbiamo già un quadro abbastanza completo del caos che regnava dalle parti del Dall’Ara.
Diawara è stato sostituito da una serie di giocatori, alcuni dei quali utili (Nagy) altri molto meno, che sono andati ad intasare un centrocampo che appare mal assortito e sotto molti aspetti, inadeguato.
La ricerca del vice Destro, rifiutandoci di considerare Simone Verdi tale, non ha dato i frutti sperati così, una volta appiedato per infortunio l’attaccante, sono cominciati i dolori.
Simone Verdi che, peraltro, era stato una sorpresa lietissima della prima parte di stagione, salvo poi essere costretto ai box per un lungo infortunio.
Il solo Krejci, tra i più positivi ma anch’esso in calo dopo un avvio sorprendente, non è bastato a rendere dignitosa questa prima metà di stagione, davvero da dimenticare per i felsinei.
Gastaldello , gravemente insufficiente, è compensato solo in parte da un immenso Mimmo Maietta, costretto ogni domenica agli straordinari, con un fisico che ormai fatica a sostenerlo.
Perplessità anche sull’eccessivo utilizzo di Torosidis, con Krafth e Masina che ci sembrano invece i due su cui puntare per il presente e, soprattuto, futuro.
Se non ci fossero squadre così disastrate nelle retrovie, il Bologna visto fino a questo momento rischierebbe parecchio.
CAGLIARI 5.5
Squadra che molti, ad inizio anno, vedevano come possibile rivelazione del campionato grazie ad alcuni innesti di esperienza, e qualità, per il nostro campionato. Alcune partite, in effetti, sembravano poter dare ragione a chi vedeva nella squadra di Rastelli un ottimo potenziale, salvo che qualcosa in seguito pare essersi incrinato.
Davanti era partito fortissimo Marco Borriello autore, nelle prime uscite stagionali, di partite da incorniciare coronate spesso dal gol. Poi, in concomitanza con il calo di rendimento della squadra, anche le sue prestazioni hanno incominciato a risentirne e l’abbondanza di giocatori nel reparto offensivo (Sau, Farias, Melchiorri, Giannetti) è stato più un limite che non una risorsa.
Sfortunato ad aver perso Joao Pedro, ad inizio anno per un brutto infortunio, ora è arrivata anche la tegola Melchiorri, con il giocatore costretto a tornare sotto i ferri per l’ennesima volta.
Nonostante la vittoria in rimonta nell’ultima gara contro il Sassuolo, i gesti di nervosismo colti dalle telecamere nei confronti di Rastelli, ma non solo, lasciano intendere che per ora questa si sta dimostrando un’annata alquanto travagliata per i colori rossoblù.
CHIEVO 6.5
Se c’è una cosa che questi anni, spesi a seguire un pallone che rotola, ci hanno insegnato è di non dare mai per spacciato il Chievo ad inizio anno.
A dire il vero quest’anno quasi nessuno lo aveva fatto, vuoi per l’organico comunque dignitoso, vuoi per l’allenatore tra i più preparati in circolazione, o ancora per l’evidente stato di desolazione in cui versavano alcune delle candidate più autorevoli per la zona retrocessione.
Fatto sta che, in qualche modo, il Chievo è riuscito a sorprendere ancora molti addetti ai lavori: nelle prime giornate, quando si trovava quasi in cima alla classifica e durante tutta la prima parte di stagione proponendo un calcio, oltre che solido, al quale eravamo già abituati, anche gradevole.
Solidità che si fonda, oltre che sull’abnegazione tattica, su una retroguardia di sicuro affidamento, con gli interpreti che hanno tutti svariati anni sul groppone e quindi di esperienza nella massima serie.
Il centrocampo abbina solidità (Radovanovic ed Hetemaj) e creatività ( rivolgersi al Pata Castro) mentre in attacco troviamo i punti fermi, Meggiorini e Pellissier (che si alternano con Inglese e Floro Flores), troppo spesso sottovalutati ma di fondamentale importanza.
In particolare il lavoro svolto da Meggiorini, in fase di costruzione della manovra, ci sembra il vero segreto (di pulcinella) di questi ultimi anni in cui il Chievo si sta confermando squadra ostica per chiunque la affronti.
CROTONE 5
Che l’impresa di Nicola di salvare il Crotone fosse quasi disperata ce lo si poteva immaginare già prima dell’inizio del campionato, ed in effetti non erano sbagliate le impressioni.
Oltretutto, l’impossibilità di giocare all’Ezio Scida le prime partite casalinghe del campionato non ha agevolato la squadra calabrese, alla ricerca di una propria identità dopo la scintillante promozione dalla serie cadetta.
La squadra, in relazione alla massima serie, è abbastanza modesta in quasi tutti gli interpreti e l’unico modo che ha per portare a casa la pagnotta è quello di giocare alla perfezione ogni singola gara, cosa che, per il momento, non è avvenuta.
In difesa, spesso a causa di errori grossolani degli interpreti, vengono concesse troppe occasioni, alle quali Cordaz, portiere che effettua più interventi di tutto il campionato, non sempre riesce a porre rimedio.
Il centrocampo ha pochissima qualità e fatica a costruire gioco anche contro le rivali salvezza, fornendo pochissimi palloni ai giocatori davanti, Trotta, Palladino e Falcinelli (su Simy ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, prima o poi lo faremo), onesti giocatori dai quali però è difficile tirar fuori i gol necessari alla salvezza.
EMPOLI 6
14 punti in 18 giornate non sono certo un bottino per il quale andare fieri, a petto in fuori. E’ anche vero che i risultati ottenuti vanno parametrati in funzione dell’organico a disposizione, degli obiettivi prefissati ad inizio anno, e di ciò che, le tue dirette rivali, stanno facendo. Ecco, se valutiamo tutti questi fattori la stagione dell’Empoli, seppur estremamente risicata, ci sembra sufficiente.
L’obiettivo dichiarato ad inizio anno era la salvezza e, ora come ora, l’Empoli con i suoi 14 punti si trova, fa strano dirlo, a + 4 sulla zona retrocessione. Merito di una squadra che, prima di colpire, ha badato a non prenderle anche a scapito del bel gioco, che Martusciello ha lasciato volentieri ad altri.
Via allora con i pareggi, con quegli 0-0 di una noia mortale ma che alla fine, punticino su punticino, sono come mattoncini messi uno sopra l’altro per costruire un muro chiamato salvezza.
Saponara, l’uomo da cui era lecito attendersi le giocate più importanti, è sembrato un po’ sottotono, anche per via del fatto che l’Empoli, per scelta e per impossibilità oggettive, preferisce far tenere il pallino del gioco all’avversario di turno.
In attacco, dove le speranze erano riposte sui vecchi bucanieri Gilardino e Maccarone, si stanno facendo sempre più largo invece Mchedlidze e Marilungo, la cui miglior tenuta fisica, considerata l’età, è un fattore di primaria importanza. Con Peppe Bellusci a blindare la retroguardia, a suon di falli e ammonizioni, nulla è precluso.
FIORENTINA 6
Altra squadra difficile da decifrare quella allenata da Pauolo Sousa. Troppo altalenante in termini di prestazioni e risultati per poterle dare un voto superiore alla sufficienza, considerando anche l’organico di tutto rispetto a disposizione del tecnico lusitano.
La Fiorentina non sarà squadra da zona Champions, ma anche metà classifica ci sembra una posizione non veritiera per quanto era lecito aspettarsi ad inizio anno.
Ci si attendeva l’esplosione di Bernardeschi che in effetti, nelle ultime apparizioni, anche perchè impiegato in un ruolo più vicino alla porta, a lui più congeniale, sta avvenendo ma questo non è bastato a risollevare le sorti della Viola che vede in Ilicic la propria croce e delizia (troppo spesso la prima, ahinoi) e in Kalinic l’uomo deputato a finalizzare la manovra (ma che nella prima parte di campionato ha latitato in varie occasioni).
Aggiungiamoci un Borja Valero sempre utile, ma che sembra aver perso un passo rispetto alle precedenti stagioni, una retroguardia non sempre impeccabile (anche nei suoi elementi di spicco come Gonzalo Rodriguez) ed ecco spiegata, in parte, la non eccellente posizione in classifica dei toscani.
GENOA 6
Come si fa a dare un voto alla stagione (ancora a metà) di una squadra capace di vincere, ed imporre il proprio calcio, alla Juventus e dopo poche giornate perdere, in rimonta per 4-3, contro il Palermo?
La verità è che il giudizio alla squadra di Juric è la media tra gli 8 che avrebbe meritato in alcune partite, in cui è riuscita a mettere in mostra un gioco ultra offensivo basato su un ritmo vertiginoso e una fitta rete di passaggi, senza per questo trascurare la fase difensiva, e i 4 che avrebbe meritato in altre occasioni, l’ultima appunto contro il Palermo.
Come attenuante dobbiamo sottolineare, per onestà intellettuale, come gli infortuni abbiano giocato contro l’ex tecnico del Crotone, privandolo per buona parte di campionato del suo bomber di razza, Leonardo Pavoletti, fresco acquisto del Napoli, e di alcuni elementi cardine del centrocampo.
Da vedere, ora che Pavoloso e Rincon sembrano ormai lontani da Genova, come verrà riassettata la squdra, con Preziosi che ci ha già abituato a grossi stravolgimenti nel mercato invernale. Ad oggi era lecito attendersi qualcosa in più in termini di posizione in classifica, il giudizio sull’operato del tecnico non può che essere comunque positivo.
INTER 5
Le ultime vittorie di Pioli hannno un minimo raddrizzato la barca che stava affondando in maniera alquanto preoccupante, ma non possono far passare in secondo piano una prima parte di stagione a dir poco deludente, sotto quasi tutti i punti di vista.
A partire dalla gestione societaria, che si è prestata a critiche su più di un fronte, a quella tecnica, con il cambio di tre allenatori per arrivare a quella che sembrava la scelta più logica da molto tempo a questa parte, ovvero Pioli.
In campo l’Inter è stata semplicemente lo specchio della baraonda che si è consumata fuori: una squadra con poche idee, lacunosa in varie zone del campo (principalmente in regia e sugli esterni di difesa) il cui peso è stato sostenuto per buona parte dal solo Mauro Icardi, autore di una stagione fino ad ora superba.
Nonostante alcune valutazioni sulla squadra fossero evidenti già in estate, è assolutamente fuori discussione che la rosa, pur con i limiti sopra evidenziati, potesse e dovesse fare molto di più.
Con elementi del calibro di Miranda, Joao Mario, Perisic, Banega, Brozovic, Candreva e Icardi, in questa serie A, devi giocare per le posizioni di vertice. Senza se e senza ma.
JUVENTUS 8
Girare a metà anno con 4 punti in più della seconda, e una partita in meno, a prescindere da tutto, non è impresa da poco. Sicuramente c’è stata qualche battuta a vuoto non preventivata, Genova su tutte, altrettanto indubbiamente alcune vittorie sono arrivate senza convincere più di tanto fatto sta che la differenza tra la Juventus e tutte le altre è che, in un modo o nell’altro, la squadra bianconera riesce quasi sempre a portare a casa i tre punti.
Con l’innesto del Pipita in estate molti si aspettavano un campionato senza storia, cosa che per il momento ancora non è, l’assenza di Pogba a centrocampo si è fatta sentire (soprattutto nella fase iniziale) ma la squadra di Allegri è stata brava a trovare velocemente nuovi equilibri potendo contare sempre su una retroguardia di indubbio affidamento, con l’innesto graduale di Rugani preposto a ringiovanire il reparto.
Da considerare inoltre che gli infortuni, in quasi tutti i reparti e non di brevissima durata, hanno privato Allegri di alcuni elementi importanti, se non fondamentali, della rosa. Per questi motivi ci sembra assolutamente rimarchevole il percorso fin qui compiuto dalla capolista del campionato, che merita un 8 pieno.
LAZIO 7.5
Dopo la sconfitta nel derby e quella, nell’ultima giornata, contro l’Inter la squadra di Simone Inzaghi sembra essere tornata un po’ con i piedi sulla terra, in quanto fino ad allora stava viaggiando su ritmi assolutamente vertiginosi e difficilmente pronosticabili ad inizio anno.
Intendiamoci: non che la rosa a disposizione di Inzaghi fosse scarsa, tutt’altro, ma dopo le vicende estive, riguardanti la guida tecnica, il caso Keita e via discorrendo, non era scontato che in campo i giocatori rispondessero in questo modo.
In tutto ciò aggiungete l’assenza prolungata di De Vrij e Biglia, due giocatori injury proned, come si direbbe nel campionato di basket americano, che però hanno dimostrato di essere assolutamente imprescindibili una volta a posto fisicamente.
Ciro Immobile, partito in maniera indemoniata, sembra essersi un po’ inceppato ed i soli Keita e Felipe Anderson fanno fatica a garantire quei gol necessari per rimanere incollati alla zona Champions.
Fino ad ora, questa squadra sta facendo un campionato al di sopra delle aspettative e merita, per questo motivo, un voto molto alto.
MILAN 8
Ad inizio anno, vi invitiamo a tal proposito ad andare a rileggere le varie analisi, erano in pochi quelli che vedevano il Milan a ridosso delle zone di vertice della classifica, (oggi con 17 partite giocate, quindi una in meno rispetto a tutte le altre a parte la Juve, ha 33 punti) per molti motivi.
Dubbi sulla società, sulla rosa, sul tecnico e chi più ne ha più ne metta. Dubbi che, per buona parte, con l’andare del campionato, sono stati spazzati via.
Il tecnico, Vincenzo Montella, ha saputo dare un’impronta di gioco abbastanza definita alla squadra che, pur non giocando un calcio spettacolare, sa esattamente cosa fare e quando farlo. La squadra lo sta seguendo: ha trovato in Donnarumma una pietra preziosa da custodire gelosamente, una coppia centrale (Paletta-Romagnoli) di ottimo affidamento ed un centrocampo concreto ed efficace, con due elementi di spicco italiani come Locatelli e Bonaventura.
Da verificare meglio il dualismo Bacca-Lapadula, che potrebbe creare qualche grattacapo, con Suso in grande spolvero questa prima parte di stagione milanista è assolutamente da lodare, non magari in senso assoluto, ma per quelle che erano le premesse indubbiamente sì.
NAPOLI 7.5
Non possiamo, dovendo valutare questa squadra, non tenere in considerazione quanto abbia pesato l’infortunio di Milik, arrivato già con il compito improbo di sostituire Higuain, che così bene stava facendo nelle prime giornate di campionato.
Nonostante questo il Napoli ha comunque il miglior attacco del campionato, grazie ai 40 gol segnati, sinonimo della mentalità sempre propositiva, e votata all’attacco, che il tecnico Sarri è riuscito ad imprimere alla propria squadra.
La difesa, che in Koulibaly ha trovato un vero e proprio custode, è apparsa in qualche occasione distratta, con Pepe Reina non sempre impeccabile mentre a centrocampo si sono messi in luce alcuni giocatori giovanissimi ma già in grado di poter determinare ad alto livello (Zielinski e Diawara su tutti).
Hamsik sempre più leader, Insigne che dopo un inizio difficile si sta ritrovando e Dries Mertens, utilizzato spesso da centravanti, in condizioni strepitose: questi sono gli elementi per cui i tifosi partenopei possono guardare al futuro con discreto ottimismo.
Ora dal mercato invernale arriva anche Pavoletti che, considerando lo score degli attaccanti sotto la guida Sarri (se si eccettua Gabbiadini) potrebbe fare sfaceli.
PALERMO 5
Con l’avvento di Corini in panchina il voto sarebbe stato, forse, appena sufficiente ma, purtroppo per i tifosi rosanero, ci sono stati mesi di gestione De Zerbi che non si possono cancellare e hanno condotto, non solo per cause sue, sia chiaro, il Palermo nella situazione drammatica di classifica in cui naviga attualmente.
Senza fare chissà cosa il nuovo tecnico degli isolani sembra aver ridato fiducia ad un gruppo che appariva fortemente demotivato e che, una volta subito gol, badava solo a come evitare di prendere l’imbarcata.
Serviva qualche risultato positivo per riportare un po’ di vitalità alla squadra, ed in questo senso la rocambolesca vittoria di Genova poteva essere un punto di svolta.
Fondamentale sarebbe stato vincere contro il Pescara, con la partita che si era messa subito bene per i rosanero, ma il pareggio nelle fasi finali della squadra allenata da Oddo ha gelato, sul più bello, le ambizioni dei siciliani.
La nota più positiva della squadra, indubbiamente, è stata la scoperta dell’attaccante macedone Ilija Nestorovski che, dovesse confermarsi su questi livelli, potrebbe far parlare di sè, e non poco, in chiave mercato.
PESCARA 4.5
A pari punti con il Crotone, con un gol subito in più, e grazie anche ad una vittoria ottenuta a tavolino, il Pescara di Massimo Oddo è probabilmente la squadra peggiore di questa serie A.
L’abbraccio della squadra al proprio tecnico, dopo il rigore realizzato da Biraghi negli ultimi minuti, che è valso il pareggio a Palermo, dimostra che la squadra è ancora con il tecnico, il che è fondamentale per avere ancora una minima speranza di farcela.
Oddo, dal canto suo, ha sempre difeso ed elogiato (a parte qualche raro caso, leggasi Manaj) i propri giocatori senza che da questo idillio sia però scaturito nulla di particolarmente positivo.
La convinzione, o meglio l’ambizione, è quella di volersi salvare giocando anche un calcio propositivo, a differenza di quello che normalmente avviene per le squadre medio piccole di provincia che hanno come obiettivo dichiarato la salvezza, e cercano di raggiungerla con un calcio spesso speculativo.
Questa ambizione si sta piano piano trasformando in utopia, allorchè destinata a scontarsi con i limiti oggettivi di una rosa forse non del tutto adatta a vincere cercando di imporre la propria filosofia. Quella che nelle intenzioni del tecnico del Delfino poteva sembrare una nobile idea, ora pare sempre di più essere un limite.
ROMA 7.5
La squadra di Spalletti ha perso lo scontro diretto con la Juventus che probabilmente avrebbe svoltato, in caso di vittoria, l’andamento del campionato dei giallorossi. In ogni caso, come di recente ricordato dal tecnico toscano, una sconfitta, se pur importante, non può cancellare quanto di buono fatto in questo girone di andata, che non è assolutamente poco: difesa che ha ritrovato una buona solidità, grazie anche ad un filtro di centrocampo superbo, Nainggolan che si sta esprimendo su livelli assoluti, mai così completo in entrambe le fasi come quest’anno, e un attacco che ha ritrovato il finalizzatore tanto mancato nella passata stagione, Edin Dzeko.
In molte vittorie, la squadra capitolina ha anche mostrato un calcio offensivo e propositivo, indubbiamente tra i più gradevoli da ammirare.
In tanti davano questa squadra come la principale rivale della Juventus per la lotta al titolo e, nonostante il ritardo accumulato, comunque non ancora definitivo, non si può certo dire che abbiano disatteso le aspettative.
SAMPDORIA 6
Le due squadre di Genova sono esattamente appaiate in classifica, a quota 23 punti, con lo stesso numero di reti realizzate e due gol in più subiti dalla squadra di Giampaolo. Se per la compagine allenata da Juric abbiamo detto che era lecito aspettarsi qualcosa in più, altrettanto dobbiamo dire per la squadra di Giampaolo, la cui rosa ci pare profonda e qualitativa abbastanza per puntare decisamente alla parte alta della classifica.
I blucerchiati pagano il pessimo avvio di stagione in cui costruivano sempre molte occasioni ma faticavano tremendamente a trovare la via del gol, dopo di che sono riusciti a conquistare punti importanti capitalizzando quanto di buono costruito durante l’arco della gara.
Le note più positive di questo avvio di stagione sono senza dubbio l’aver ritrovato un Luis Muriel in grande spolvero, la conferma di quanto di buono aveva già fatto vedere Lucas Torreira e la scoperta, almeno per noi, di Patrik Schick, vero e proprio talento da valorizzare.
Qualche enigma di fondo da risolvere: tra Bruno Fernandes, Shick e Ricky Alvarez uno ci sembra di troppo, forse proprio quest’ultimo che, utilizzato con il contagocce, difficilmente riuscirà ad incidere positivamente. Anche la situazione terzini si può, e si deve, migliorare.
Attendendo il ritorno tra i pali di Viviano una stagione che consideriamo, tutto sommato, sufficiente.
SASSUOLO VOTO 4.5
Partiamo dai meri dati numerici: 17 punti con conseguente quintultimo posto in classifica, considerata la base di partenza, non possono che portare ad un voto pessimo.
La scorsa stagione il Sassuolo di mister Di Francesco aveva sorpreso quasi tutti, con un calcio molto gradevole condito anche dai buoni risultati ottenuti, che sono valsi ai neroverdi la qualificazione in Europa League.
Quest’anno, pronti via, si è subito fatto male il fiore all’occhiello della squadra emiliana, Domenico Berardi, con molta incertezza riguardo ai tempi di recupero. Questo è stato solo il primo di una lunga lista di infortuni che ha falcidiato l’organico di Di Francesco ma non può essere un alibi per giustificare il deludente piazzamento in classifica del Sassuolo.
Defrel, che si sta caricando il peso dell’attacco sulle spalle segnando con ottima continuità, non è sufficiente da solo e Matri, arrivato come innesto di qualità, visto anche il doppio impegno che il Sassuolo avrebbe dovuto fronteggiare, non sta rendendo per quello che era lecito aspettarsi.
Ottimo il solito Acerbi, ormai una certezza, e buona anche la scoperta Pol Lirola, che ancora deve crescere in fase difensiva per avere una chance in contesti superiori. Con il rientro di Berardi, che prima o poi dovrà avvenire, se non altro per la salute mentale di coloro che lo hanno preso al fantacalcio e stanno bestemmiando ogni santo esistente e non, la situazione sicuramente migliorerà.
Valutata ora, questa squadra, non può che essere gravemente insufficiente.
TORINO 6.5
Squadra abbastanza indecifrabile, e molto incostante, quella allenata da Sinisa Mihajlovic il cui obiettivo, a detta del tecnico, è quello di entrare in zona Europa.
Ad oggi, con 28 punti in cascina, il Toro è ottavo in classifica e se è vero che le dirette inseguitrici non sono molto distanti è altrettanto vero che anche i posti più pregiati sono lì ad un tiro di schioppo. I granata, per quanto fatto vedere in queste prime 18 giornate, hanno dimostrato che se giocano con cattiveria agonistica, concentrati per tutti e 90 i minuti come vuole il loro tecnico possono giocarsela con chiunque, anche le prime della classe. Peccato che questo sia avvenuto solo in alcune, forse troppo poche, circostanze e che quindi questa squadra, quando chiamata al passo della definitiva maturità, sia arrivata sempre un po’ corta.
Ci sono comunque molti fattori positivi da sottolineare, a partire dall’attaccante che segnerà il futuro della nostra Nazionale, questo almeno è quello che ci auguriamo, il Gallo Belotti ad un Iago Falque ritrovato.
Adem Ljaic, giocatore su cui molti scommettevano ad occhi chiusi dopo l’arrivo in panchina di Sinisa, non ha ancora trovato quella costanza di rendimento che lo renderebbe un giocatore di primissimo livello, e a questo punto difficile dire se mai la troverà.
UDINESE 6.5
Dovessimo dare un voto alla stagione a partire dal momento in cui Gigi Delneri ha preso in mano le redini della baracca, questo sarebbe senza dubbio di almeno mezzo voto superiore.
Non che l’Udinese stia giocando un calcio spettacolare, tutt’altro, ma è indubbio che con la nuova gestione tecnica la squadra friulana sia riuscita a trovare quella quadratura del cerchio che con Beppe Iachini sembrava un rebus irrisolvibile.
Thereau e Zapata sono indubbiamente le frecce più velenose che Delneri potesse augurarsi di trovare per il suo modulo tattico, De Paul, atteso da tutti, fatica tremendamente ad ambientarsi nel nostro campionato mentre per Fofana è già pronta la classica asta che, ogni anno, si scatena su almeno un giocatori dei Pozzo. Karnezis sta disputando un’ottima stagione, salvando la baracca in più di una circostanza, citofonare Gasperini per eventuali chiarimenti in merito.
Per concludere ci sembra che la posizione in classifica possa rispecchiare i valori della squadra e probabilmente, senza la partenza ad handicap, staremmo parlando di una signora stagione.
Comunque: trovate una squadra a Beppe Iachini nostro, per cortesia.