Mattia De Sciglio, rinascere in silenzio
Storie di calcio Dicembre 19, 2017 delinquentidelpallone
L’estate non è stata facile per i tifosi della Juventus, che si sono visti, nel giro di pochi giorni, soffiare sotto il naso uno dei pilastri della loro squadra.
Lo smarrimento, tra i supporter bianconeri, era palpabile: l’addio a Leonardo Bonucci, 5 mesi fa, significava un salto nel vuoto, il crollo di una certezza. La BBC non ci sarebbe più stata, e in più Bonucci, che poco prima aveva giurato amore eterno ai colori bianconeri, sarebbe andato proprio in una delle storiche rivali della Juventus, il Milan.
In più, quasi come una ulteriore beffa, Beppe Marotta aveva preso 12 dei 40 milioni di euro pagati dal Milan per Leonardo Bonucci, e li aveva restituiti ai rossoneri, per portare a Torino Mattia De Sciglio.
Proprio quel Mattia De Sciglio che, negli ultimi anni, aveva fatto dannare i tifosi del Milan, che lo accusavano di essere svogliato, molle, poco incisivo. Insomma, i tifosi rossoneri erano convinti, in tutto e per tutto, di aver fatto l’affare: si erano liberati di un giocatore poco utile alla causa, soprattutto con i tanti nuovi arrivi, e avevano portato a casa il faro della difesa, il leader che avrebbe trascinato il Milan a una rinascita e alla scalata verso i fasti di un tempo.
5 mesi dopo, le cose non stanno proprio così.
Leonardo Bonucci, insieme a tutto il Milan, continua a fare fatica. Il difensore, non certo solamente per colpe sue, non riesce a essere determinante come avrebbe voluto e come aveva promesso. Come quel mantra, diventato ormai scialbo sfottò da tastiera, sugli “equilibri da spostare“.
Bonucci e il Milan annaspano, cercando la strada giusta. Nel frattempo, invece, negli ultimi mesi, Mattia De Sciglio si è dimostrato una delle pedine più affidabili per Massimiliano Allegri, che ormai sembra averlo scelto come titolare inamovibile della catena di destra.
Una delle migliori prestazioni stagionali di De Sciglio è coincisa con l’infortunio che l’ha tenuto lontano dal campo per parecchio tempo: al Camp Nou, nel primo tempo, prima che la Juventus affondasse sotto i colpi di Leo Messi, Mattia si era distinto per personalità e corsa. Poi, l’infortunio e l’assenza dai campi.
A De Sciglio, nel corso degli anni, è sempre stata rimproverata la mancanza di grinta, la poca cattiveria, la scarsa voglia di essere protagonista. Ma, forse, è sempre stato tutto il frutto di un equivoco, un equivoco che nasce dalla faccia da bravo ragazzo che Mattia De Sciglio si porta dietro.
“Non mi interessa quello che pensa la gente, se uno ha la faccia da bravo ragazzo non vuol dire che non ha cattiveria e determinazione“.
In silenzio, senza proclami e senza urlare, Mattia De Sciglio, una volta tornato dall’infortunio, si è preso la fascia destra della Juventus e non l’ha più mollata. E, contro il Crotone, ha trovato anche il primo gol della sua carriera, un gol festeggiato più dai compagni che da Mattia.
Un po’ perché, come dichiarato da lui stesso, non sapeva bene come si dovesse festeggiare; un po’ perché in questi mesi Mattia De Sciglio ha saputo farsi voler bene da tutti i suoi nuovi compagni. La cosa più significativa? La corsa di Gigi Buffon, arrivato appositamente dalla sua porta per abbracciare il compagno, autore, tra l’altro, di uno dei gol più belli di questo inizio di Serie A.
A destra, Max Allegri ha bisogno di certezze, più che di arrembanti frombolieri d’attacco. Se c’è Alex Sandro dall’altra parte, o se giocano Douglas Costa o Cuadrado davanti, nel ruolo di terzino destro serve un normalizzatore, qualcuno che faccia il suo lavoro senza fronzoli, senza lustrini, senza squilli di trombe.
Mattia De Sciglio, intanto, continua per la sua strada. Le critiche e le sottili prese in giro, che lo hanno accompagnato nel corso degli ultimi anni, sembrano scivolargli addosso senza colpo ferire.
Merito, stavolta, anche di quella faccia da bravo ragazzo che a volte può anche tornare utile.
Valerio Nicastro
twitter: @valerionicastro