L’avventura dell’Italia agli Europei under 21 si ferma in semifinale: la fortissima Spagna (e ora naturale candidata al successo finale) ci ha battuto 3-1,...

L’avventura dell’Italia agli Europei under 21 si ferma in semifinale: la fortissima Spagna (e ora naturale candidata al successo finale) ci ha battuto 3-1, e ora si giocherà il titolo con la Germania nella finale di venerdì.

Ma cosa resta all’Italia di questo Europeo? Parliamone.

La spedizione in Polonia era stata presentata come una delle più talentuose degli ultimi anni, e forse era davvero così: ma, anche per lo spessore di alcune delle squadre presenti a questo Europeo, dirci favoriti era una esagerazione bella e buona.

A questa squadra, di sicuro, mancava un uomo in grado di garantire gol e sostanza: Petagna e Cerri, per quanto sappiano sacrificarsi e lavorare per la squadra, non sono propriamente dei cannonieri. E non è un caso se la miglior partita l’abbiamo giocata con Bernardeschi falso nueve.

Forse, in un certo senso, questa rosa l’abbiamo sopravvalutata un po’ tutti: anche quelli che avevano fatto molto bene nella nostra Serie A, alla resa dei conti non si sono rivelati all’altezza di quelli che invece, alla loro stessa età, avevano già giocato (e segnato…) finali di Champions League.

Con tutto il rispetto per il nostro campionato, che non può essere ancora considerato un banco di prova degno dei palcoscenici internazionali.

Partiamo dalla difesa: di Gigio Donnarumma si è detto e si dirà di tutto, e non vogliamo di certo fare la corsa a sparare addosso a questo ragazzo. Di sicuro, non ci fosse stato tutto quel putiferio (parole sue, anzi dell’hacker…) relativo al contratto, non avremmo puntato i riflettori su di lui in maniera così ossessiva, e, forse, non saremmo andati a caccia di errori con il lumicino. Di sicuro, però, da lui ci aspettavamo tutti di più, e aver vissuto il suo primo grande appuntamento internazionale con una spada di Damocle così grande sulla testa è un errore che abbiamo pagato caro.

Rugani e Caldara si sono dimostrati affidabili, ma non è bastato: e alla prima partita in cui la coppia è scoppiata, siamo capitolati contro la Repubblica Ceca. Discorso a parte per i terzini, e in particolare per Conti: in fase di spinta molto bene, meno efficiente quando si trattava di difendere. Ma il suo meglio lo ha dato sulla fascia con Gasperini, e fare il terzino in una difesa a 4 è tutt’altra cosa.

Il reparto più affidabile, probabilmente, è stato il centrocampo, dove la scelta era più ampia. I vari Gagliardini, Pellegrini (meravigliosa la rovesciata che ha aperto il nostro Europeo) Benassi, hanno dimostrato solidità e sostanza: peccato per l’espulsione di Gagliardini stasera contro la Spagna, ma la sensazione era che questa partita l’avremmo probabilmente persa lo stesso. Non all’altezza dei titolari, invece, le riserve: Cataldi, Grassi e Locatelli, che pure hanno giocato i loro minuti.

Passiamo all’attacco: come detto, la mancanza di un centravanti vero, capace di vedere la porta, è stato il vero rimpianto. Chissà cosa avremmo potuto fare se Di Biagio avesse avuto a disposizione un altro attaccante con un profilo diverso rispetto a Petagna, che pure si è sbattuto con coraggio, ma girando spesso a vuoto.

Un peccato anche che i giocatori di maggiore talento di questa squadra fossero tutti degli esterni: Chiesa, Berardi e Bernardeschi avrebbero forse dovuto giocare insieme, e quando lo hanno potuto fare, la squadra è sembrata avere tutta un’altra marcia. Berardi, poi, ha rovinato il suo Europeo con quel giallo evitabile contro la Germania, che gli è costato la semifinale. Molto bene Chiesa, sempre veloce, pungente, propositivo, entrando dalla panchina.

Quanto a Di Biagio, la sua colpa principale è stato quel turnover contro la Repubblica Ceca: in un torneo così, pur con tutte le partite ravvicinate, non puoi permetterti di far rifiatare i tuoi con la qualificazione ancora in ballo. Ma, con la semifinale raggiunta, il peccato è stato in un certo senso lavato.

Insomma, concludendo: poteva fare di più questa Under 21? Di sicuro, il suo posto è qui, è quello giusto: tra le 4 squadre più forti d’Europa per la categoria. Ma, per essere al livello della Spagna, che è un livello di assoluto rispetto, abbiamo ancora tanta strada da fare. E dobbiamo cominciare a lavorarci già da domani.

Grazie per questi dieci giorni, comunque.

Valerio Nicastro
twitter: @valerionicastro