In Francia, l’attenzione è tutta su un solo palcoscenico, su un solo personaggio, un solo attore protagonista. E ci mancherebbe, visto quello che è...

In Francia, l’attenzione è tutta su un solo palcoscenico, su un solo personaggio, un solo attore protagonista.

E ci mancherebbe, visto quello che è costato, non solo in termini economici; di questi tempi, al di là delle Alpi si parla solo e soltanto di Neymar, che ieri sera ha fatto il suo debutto – con gol e assist – in Ligue 1 con la maglia del PSG.

Ma, forse, ci si sta dimenticando troppo in fretta dei campioni in carica della Ligue 1, e di uno dei loro simboli: il Monaco di Radamel Falcao, infatti, è più vivo che mai, e per il PSG non sarà certo facile scalzare dal trono di Francia la squadra di Jardim.

Due partite sono poche per delineare le gerarchie, ma sembra scontato che – a meno di inserimenti di terzi incomodi come il Lione – la lotta per il titolo, in Francia, sarà un affare a due tra Monaco e PSG, con i parigini che ora stanno addirittura provando a strappare Mbappè ai monegaschi.

Ma, nel Principato, per ora si stanno godendo la lenta e strepitosa rinascita di Radamel Falcao, el Tigre: lo scorso anno, dopo tre stagioni che sembravano presagire un inesorabile declino, l’attaccante colombiano è tornato a ruggire.

30 gol nella spettacolare stagione del Monaco, e soprattutto la sensazione di rivedere in campo la straordinaria macchina da gol vista in azione nel biennio con l’Atletico Madrid. E, quest’anno, el Tigre ha cominciato ancora con il piede giusto.

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Gol all’esordio, la settimana scorsa, nel rocambolesco successo per 3-2 contro il Tolosa. E ieri, in casa del Dijon, una strepitosa tripletta. Tre gol in quattro partite – Supercoppa compresa, dove è rimasto a secco – che hanno già fatto capire le intenzioni di Falcao, che ormai, superata la soglia dei 30 anni, non ha più molte occasioni per conquistarsi il suo posto nell’Olimpo del pallone.

La tripletta di ieri è un saggio di tutte le caratteristiche e di tutte le potenzialità del Tigre, che aveva tutto per diventare uno degli attaccanti più forti della sua generazione ma che poi, soprattutto nei due anni in Inghilterra, sembrava aver smarrito la strada.

Primo gol: un saggio di quello che un centravanti dovrebbe fare. Appuntamento con il pallone al momento giusto, tocco di giustezza, palla in porta.

Ma Radamel Falcao è molto più che un semplice uomo d’area. È anche un calciatore in grado di inventarsi colpi del genere, come il tiro con cui ha realizzato il suo secondo gol ieri, che ha lasciato di stucco il portiere avversario.

E, infine, un altro prezzo pregiato del repertorio: il colpo di testa.

Insomma: se le premesse sono queste, sarà un’altra grande stagione per Radamel Falcao. E noi, sotto sotto, lo speriamo.