Il pagellone delinquenziale della Serie A 2015-16
BlogI pagelloni Maggio 16, 2016 delinquentidelpallone
Il campionato è andato in archivio, con i suoi ultimi verdetti. Adesso (dopo un’estate comunque ricca di appuntamenti calcistici in cui fare sfoggio di delinquenza) toccherà aspettare la nuova stagione per vedere all’opera i nostri beniamini e sperare nel riscatto della nostra squadra del cuore.
Ma, prima di salutare definitivamente la Serie A 2015-16, abbiamo deciso di dare i voti, squadra per squadra, a tutte le protagoniste di questo campionato. Ovviamente con una buona dose di delinquenza, altrimenti che gusto ci sarebbe?
Quindi sotto con le pagelle, una per una.
Atalanta 6,5
Stagione senza infamia e senza lode per i bergamaschi: partiti bene, poi, una volta capito che sotto di loro c’erano almeno tre squadre che avrebbero fatto sicuramente peggio di loro, si sono rilassati e hanno ben presto mollato gli ormeggi. Giusto per dire, dopo aver vinto il 6 dicembre del 2015 contro il Palermo, i nerazzurri hanno dovuto aspettare il 20 marzo 2016 per tornare a vincere (2-0 al Bologna).
In ogni caso, non appena hanno rischiato di essere risucchiati nelle zone basse della classifica, hanno rimesso la marcia e messo in cascina i punti salvezza, quasi bestemmiando per il disturbo. 7 gol per il Papu Gomez, 5 per Pinilla, ovviamente tutti in acrobazia ed evitando di segnare i ben più semplici calci di rigore.
Nota di demerito per aver lasciato partire il Frasquito Moralez. Nota di merito, sorpresa delinquenziale della stagione, il prode De Roon. 9 gialli e un rosso per lui nel corso dell’anno. Mezzo voto in più, infatti, glielo diamo perchè, con 14 cartellini rossi, sono stati la squadra più espulsa di questa stagione.
Bologna 6,5
Media tra voto disastroso per la gestione Rossi e quella eccellente di Donadoni. La partenza con Delione Rossi in panchina rischiava di mandare giù senza appello i rossoblu. Una volta che Joey Saputo ha comprato tutte le quote della società, dando il benservito al buon Tacopina, non si è più badato a spese. Mandato a casa Delio, è arrivato Roberto Donadoni, che, come è sempre stato abituato a fare, si è messo a faticare e ha rimesso in sesto il Bologna.
E il buon Donadoni ha anche avuto il merito di resuscitare un Mattia Destro che sembrava piombato nel baratro, e che invece poi ha almeno fatto rientrare l’investimento di centinaia di migliaia di disperati fantallenatori che avevano puntato su di lui. Insomma, la stagione poteva finire in tragedia, ma Donadoni ha salvato tutto.
Nel finale, a salvezza ampiamente acquisita, hanno sbracato un po’. Tutto sommato comprensibile. Molto bene Diawara e Donsah in mezzo al campo, padroni della baracca. Oltre al nostro idolo indiscusso, Adam Masina, cavallo di razza sulla fascia. Con Donadoni da inizio anno potevano lottare quasi per l’Europa.
Carpi 5
Tanta buona volontà per la truppa di Mister Castori. Onestamente con quella squadra era difficile fare meglio di così, e alla fine gli emiliani avrebbero firmato con il sangue per arrivare a giocarsi la salvezza all’ultima giornata. Poi, per come si sono messe le cose, devono prendersela solamente con se stessi per diversi punti lasciati per strada. Senza voler tornare troppo indietro, li avesse tirati Suagher i due rigori contro la Lazio, forse oggi staremmo parlando della miracolosa salvezza del Carpi.
Altra scelta non proprio da campioni quella di far saltare la panchina di Castori alla prima occasione utile, dopo che il nostro amico aveva perso contro squadre non proprio alla sua portata. L’apporto di Sannino non è stato poi così utile. Piccola soddisfazione stagionale: almeno sono riusciti a segnare un gol in più di Gonzalo Higuain. Dai, che il sabato pomeriggio ci si diverte di più. 105 cartellini gialli racimolati durante la stagione. Notevole.
Chievo 7
Ogni anno tradizione vuole che il Chievo venga indicato come autorevolissima candidata alla retrocessione. E invece pure quest’anno i Mussi festeggiano una salvezza primaverile, sfondando, con il monumentale pareggio di ieri contro il Bologna (qualcuno giura non si sia mai giocata la partita) quota 50 punti. A soli 7 punti dal Milan, per dire.
Aver perso Paloschi a metà stagione non li ha messi in difficoltà. Maran ha messo su una squadra ordinata e solida, cosa che in questa serie A allo sbaraglio basta e avanza per finire a metà classifica senza patemi d’animo. Il solito Bostjan Cesar comanda la difesa da campione racimolando 9 gialli e 1 rosso. Stoica certezza delinquenziale.
Highlight della stagione: arrivare allo Juventus Stadium alla terza giornata cantando “Salutate la capolista” vale una vita intera di sofferenze.
Empoli 7
Dopo le lodi sperticate all’Empoli di Sarri, la partenza del sosia di Don Pietro in direzione Napoli (per evitare troppi spostamenti durante le riprese della seconda stagione di Gomorra) e l’arrivo di Giampaolo quasi tutti pensavano a una ignominiosa retrocessione degli azzurri toscani, visto che la squadra era rimasta praticamente la stessa, anzi, qualche pezzo si era pure perso per strada.
Giampaolo, invece, non si è perso d’animo e a fine anno ha messo insieme pure più punti del maestro Sarri, senza che nessuno se lo sia cagato di striscio. Ma Giampaolo è fatto così, e poco gliene sarà importato. Un immarcescibile Maccarone guida la truppa empolese con 13 reti e una autorevolissima candidatura alle convocazioni per Euro 2016. Saponara, partito bene, poi si è un pochino spento e perso per strada, affossando sicuramente anche il tuo Fantacalcio.
Cavallo delinquenziale? Leandro Paredes, che oltre a essere un bel giocatorino, si è preso pure 11 gialli. Classe e sostanza. Ah, pure il compagno Piotr (che l’anno prossimo dovrebbe andare a Liverpool alla corte di Klopp) merita parecchi elogi.
Fiorentina 7
In alcuni dialetti del Sud Italia c’è un’espressione idiomatica che recita, più o meno letteralmente, così: è partito come un razzo, è arrivato come un…ecco, insomma, ci siamo capiti, fa rima e non è pazzo, né mazzo. La viola di Paulo Sousa parte a mille incantando tutti per il bel gioco, per il ritmo indiavolato, per lo spettacolo, per la regia illuminata di Borja Valero che manco il Maestro Fellini, per i gol di Kalinic, per le randellate di Roncaglia (quelle forse incantavano solo noi però).
A maggio, la situazione rivela una proprietà insultata dai tifosi, un allenatore che decide quasi a malincuore di rimanere, un Kalinic che non segna più nemmeno con le mani e una squadra che ha finito le energie e chiude con la lingua penzoloni.
Il voto è una media tra la partenza da scudetto e la seconda parte di stagione da metà classifica. Alla fine, comunque, quinto posto e onorevole qualificazione in Europa League.
Frosinone 5,5
Dai, nemmeno il nostro Signore Gesù Cristo si sarebbe salvato con quella squadra. Forse ce l’avrebbe potuta fare Nedo Sonetti, ma purtroppo non avremo mai la controprova. In ogni caso la squadra di Stellone ha fatto probabilmente anche più di quello che poteva, retrocedendo con dignità. Vincendo lo scontro diretto di qualche giornata fa contro il Palermo forse le cose sarebbero cambiate, ma la sostanza resta che una salvezza con questa squadra sarebbe stata da raccontare ai nipotini davanti a un camino.
Ci portiamo dietro parecchie conoscenze piacevoli da questa stagione: dalla barba di Kragl alla pelata di Ajeti, al randello educato di Gucher. Peccato per Daniel Ciofani, ma sicuramente le big di Champions League l’anno prossimo se lo contenderanno a suon di milionazzi. Menzione d’onore per Dionisi, che da attaccante è riuscito a mettere insieme 12 cartellini gialli.
Genoa 6
Mettere insieme una valutazione della stagione del Genoa è sempre missione parecchio complicata. Ogni anno un gran via vai di giocatori, a gennaio squadra che viene rivoltata come un calzino, certezze nessuna. Quest’anno i rossoblu hanno messo insieme una stagione difficile da decifrare, arrivando dietro a squadre con organico probabilmente inferiore, ma chiudendo comunque senza infamia e senza lode.
Trascinato da un Pavoletti formato nazionale (Antonio, noi te lo ripetiamo ancora una volta: se il Pavo non sale su quell’aereo noi ci incateniamo davanti alla sede della Federcalcio) il Genoa si piazza al primo posto della colonna destra della classifica, cosa che per qualcuno potrebbe anche essere un vanto. Meraviglioso il generale Rincon, uno dei nostri cavalli di razza per quest’anno, e il buon Armandone Izzo che è riuscito a prendere due rossi.
Inter 6
Ok, dobbiamo capirci. Vogliamo dare un voto alla stagione dei nerazzurri o ai risultati in base alle aspettative? Non lo abbiamo ancora capito, proviamo a ragionare. Dovessimo analizzare la stagione dell’Inter in base a quanto visto l’anno scorso, il quarto posto con qualificazione all’Europa League diretta è un signor risultato.
Non arrivare in Champions League, dopo una partenza che era quasi da scudetto, è invece un mezzo crimine. Quindi, analizzato tutto ciò, come il più democristiano dei professori delle superiori, mettiamo un bel 6 politico alla truppa Mancini e chi si è visto si è visto. L’inizio della stagione lasciava presagire uno scudetto vinto a colpi di 1-0, poi, dopo Natale (in coincidenza con la meravigliosa espulsione di Melo per l’attentato alla vita di Biglia) qualcuno si è reso conto che forse non si poteva vincere un campionato giocando in quella maniera invereconda.
Qualche problema in attacco, in effetti, c’era. I nerazzurri hanno segnato solo due gol in più della Samp, per dire. A livello delinquenziale niente da contestare: 81 gialli e 12 rossi, bene così. Soprattutto i 12 rossi. Nel finale di stagione è venuto fuori in tutta la sua onestà il buon Murillo.
Juventus 10
E che gli vuoi dire a questi? Partono ad handicap, probabilmente con l’intenzione di trollare tutti, e poi si portano a casa il quinto scudetto consecutivo finendo con la pipa in bocca. La rosa di Allegri, dopo un piccolo periodo di rodaggio (e dopo aver fatto assaporare il sapore infame delle bestemmie ai suoi tifosi in avvio di stagione) ha macinato un girone di ritorno da paura, chiudendo a 91 punti e +9 sulla seconda.
Molla della reazione? Sicuramente i vigorosi ceffoni che Gigi Buffon avrà fatto volare nello spogliatoio dopo la sconfitta di Sassuolo. Ah, Gigi. Rinato dopo la cura Ilariona, quest’anno è sembrato un ragazzino e ha anche battuto il record di imbattibilità di Rossi. Agli Europei sembra essere la nostra unica speranza.
Dybala si è dimostrato in grado di superare Tevez, Marione Mandzukic e Simone Zaza hanno portato la giusta dose di cattiveria (delinquenza) in attacco. Una squadra che ora deve solo fare il salto di qualità in Champions League. Qualcuno sta ancora urlando a Evra di spazzarla.
Lazio 5
Poteva essere una stagione interessante per i biancocelesti, che la avevano cominciata perdendo i preliminari di Champions League contro il Bayer Leverkusen. Invece è finita senza acuti a metà classifica, con Simone Inzaghi in panchina e senza niente di particolare da raccontare. Insomma, stagione anonima, se non fosse per gli acuti dei corazzieri della difesa là dietro.
Già, perchè a noi i vari Mauricio, Hoedt, Bisevac, Gentiletti e Patric di soddisfazioni ne hanno regalate parecchie. Anche di calcioni e cartellini gialli, a dire la verità. Peccato per loro che i loro gesti tecnici non regalino punti in classifica, ma è una cosa sulla quale stiamo lavorando, continuando a recapitare teste di cavallo mozzate a casa Infantino per fargli capire quanto ci teniamo alla questione.
Chiudono con 95 gialli e 10 rossi. La metà di questi cartellini l’ha presa Mauricio. Speriamo non vada via per nessuna ragione al mondo.
Milan 4
Stagione tribolatissima per i tifosi rossoneri, che si sono dovuti sorbire una squadra indecente in giro per il campo e in più le prese per i fondelli dei tifosi di tutta Italia. Partiti con un mercato d’arrembaggio e un nuovo allenatore che sembrava arrivati con ottime intenzioni, hanno finito con una squadra in campo senz’anima e un allenatore messo lì a fare il bel giuoco senza avere la minima idea di come fosse possibile farlo.
Da inizio a fine anno trovare un’identità di gioco è stata un’impresa. Silvione doveva immaginarlo che prendendo Mihajlovic (e mettendogli in mano un centrocampo di randellatori) non era poi così semplice giocare calcio champagne. Chiudono con l’umiliazione di una finta haka ingiuriata dai neozelandesi e con una finale di Coppa Italia da giocare che può regalare l’unica gioia stagionale.
Stagione confusionaria a dir poco. Aspettando i cinesi.
Napoli 8
Secondo posto e qualificazione diretta in Champions League. Alla fine Sarri non è che abbia fatto proprio malissimo. Però, però. Se considerate la brutta partenza della Juventus, non essere riusciti ad essere competitivi fino in fondo è stato un peccato quasi mortale. Vero è che i bianconeri sono andati a ritmi da alieni, ma non era utopico dargli fastidio fino in fondo.
In sostanza, competitivi fino allo scontro diretto, poi il gol di Zaza, anche se per qualche settimana il testa a testa è continuato, ha affossato i sogni dei partenopei. Da ricordare la stagione record del Pipita Higuain. 36 gol in 35 partite, mortacci sua. Questo è l’unico commento sensato per la stagione dell’argentino. La scapocciata di Udine, ai nostri occhi, lo rende ancora più degno e meritevole di (Ciccio) lodi.
Ora DeLa dovrebbe aprire la borsa e cacciare qualche soldino per rendere competitivo il Napoli nella prossima stagione. Vedremo cosa si inventerà.
Stagione che definire tribolata è dire poco. L’ISTAT sta ancora cercando di definire con certezza il numero degli allenatori che si sono alternati sulla panchina rosanero, per il prossimo trimestre la stima dovrebbe essere completa. Probabilmente, fosse rimasto Beppe Iachini, visto il livello medio della concorrenza, si sarebbero salvati senza troppi patemi d’animo.
Invece, con cinquecento cambi di panchina, insulti, mani addosso, Zamparini che vuole vendere tutto, sono finiti invischiati nel pantano della zona retrocessione fino all’ultima giornata, costretti a battere il Verona (pure con il brivido) per assicurarsi una salvezza stentata. Di sicuro non si sono annoiati.
L’anno prossimo, magari, prendiamo un allenatore e teniamolo lì per tutto l’anno. Ce la puoi fare presidente, lo sappiamo, ci crediamo.
Roma 7,5
Avessero mandato via Rudi Garcia qualche settimana prima, potevano competere per lo scudetto, altrochè. Stagione costellata di alti e bassi, ma nel finale il buon Lucianone Spalletti ha trovato la quadratura del cerchio e i giallorossi si sono messi a macinare gioco, spettacolo e punti. Il tutto senza mai mettere in campo l’ombra di un centravanti.
Prima parte di stagione tormentata, esonero sofferto e discusso del francese. Si pensava avrebbero fatto una fine peggiore, invece sono resuscitati un po’ a sorpresa (grazie anche a un mercato di gennaio condotto senza risparmiare). Parecchie le maledizioni volate all’indirizzo di Dzeko, mentre Radja Nainggolan, nostro pupillo, si è imposto senza ombra di dubbio come uno dei centrocampisti più forti del nostro campionato.
Nel finale, il tutto illuminato dalla polemica Totti-Spalletti, con il Capitano che con un sussulto di orgoglio ha deciso di scombinare i piani di una dirigenza che già stava preparandogli le valigie. Staremo a vedere come andrà a finire.
Sampdoria 4,5
Altra squadra che ha messo insieme una stagione disastrosa. Se si sono salvati, è proprio perchè quelle dietro si sono messe parecchio d’impegno (o perchè erano parecchio più scarse). Dovrebbero come minimo correre a Medjugorje o Lourdes per ringraziare i piani alti per essere rimasti in serie A.
Partiti con Walterone Zenga, hanno salutato a luglio l’Europa, mentre gli altri ancora erano a prendere il sole in spiaggia. Poi, l’arrivo di Montella sembrava aver fatto precipitare ulteriormente la squadra. Venduto Eder, hanno smarrito pure la via del gol, dovendosi affidare ai gol di Fernando per raddrizzare la stagione. Fernando che vince il premio di giocatore più ammonito della stagione con 14 cartellini gialli.
Unica nota di merito di questa disastrosa stagione blucerchiata. Nota per il futuro: prendere gli scarti dell’Inter non è una grande idea per allestire una squadra decente.
Sassuolo 8
Se il Milan non dovesse battere la Juventus nella finale di Coppa Italia in programma sabato all’Olimpico, il Sassuolo di Eusebio Di Francesco festeggerebbe la qualificazione in Europa League. E, non ce ne vogliano gli amici milanisti, la cosa sembra parecchio probabile.
Con una squadra di giovani e di sorprese, con un gioco brillante e propositivo, gli emiliani, approfittando dei disastri altrui, si sono inseriti a sorpresa nel mucchio della zona alta della classifica. Qualcuno parla di prossimo Leicester, qualcuno di miracolo. Ma in fondo il Sassuolo è semplicemente una squadra che fa qualcosa che in Italia fanno in pochi: lavora seriamente e fa le cose come Iddio comanda.
Domenico Berardi forse non ha fatto il salto di qualità richiesto, e non sappiamo se andrà o meno alla Juventus. Quello che sappiamo è che i suoi cartellini gialli e rossi li garantirà sempre. E a noi questo basta per volergli un gran bene.
Torino 5,5
A inizio anno noi li vedevamo bene, quasi in zona Europa. Il campo ha detto altro, anche perchè gli infortuni hanno dato del filo da torcere a un Gianpiero Ventura che è sembrato più di qualche volta sul punto di esplodere durante la stagione.
Il ritorno di Ciro Immobile dall’Erasmus ha permesso ai granata di mettere insieme qualche altro punticino. Chi invece aveva comprato Glik al Fantacalcio sperando di beccare 10 gol, è rimasto deluso: sono arrivati solamente un numero abbastanza educato di cartellini.
Protagonista indiscusso il Gallo Belotti, sul cui carro siamo saliti da parecchio tempo. Fatevi avanti che c’è ancora del posto.
Udinese 4,5
Rischiare di retrocedere proprio nell’anno in cui viene ultimata la costruzione del nuovo modernissimo stadio era qualcosa che avrebbe fatto scattare un numero imprecisato di imprecazioni al cielo. L’Udinese ci stava quasi riuscendo, poi Gigi De Canio è arrivato a portare i punti salvezza e a far tirare a tutti un enorme sospiro di sollievo.
E pensare che la stagione era iniziata con il botto, con l’esordio vincente in casa dei campioni d’Italia della Juventus. Poi la squadra si è un po’ persa (d’altronde difficile non perdersi quando hai Badu a impostare la manovra) e la situazione si stava facendo complicata. In qualche modo, con i gol di Cirillone Thereau e Duvanone Zapata (che toro, che gigante, che fomento) hanno sfangato una salvezza arruffata.
Hanno segnato un gol in meno rispetto a Gonzalo Higuain.
Verona 3
Solo l’Ancona di Jardel era riuscito a retrocedere a novembre, il Verona di quest’anno è quasi riuscito a eguagliare quell’impresa. La prima vittoria dell’Hellas è arrivata il 3 febbraio, quando ormai la classifica era ben più che disperata. Mandato via Mandorlini, è arrivato Gigi Del Neri, che però poco ha potuto per raddrizzare la stagione dei gialloblu.
Eppure, a dimostrazione dell’incredibile povertà del campionato nelle sue zone basse, dopo la vittoria di Bologna, sembrava quasi che il Verona potesse rientrare in corsa per una miracolosa salvezza. Cosa che poi non è successa. Si godranno un gustoso paracadute, che tutti ne parlano e pochi hanno capito cosa sia.