


Quando, lo scorso anno, la Juventus decise un po’ a sorpresa di affidare la sua panchina ad Andrea Pirlo, dopo il breve intermezzo di Maurizio Sarri, l’idea era abbastanza chiara: quella di volerne fare un manager per il futuro, un allenatore che potesse aprire un nuovo corso e aprire una nuova era bianconera.
Era evidente che, dopo nove anni di scudetti consecutivi, era stata messa anche in preventivo la possibilità di una stagione che non si concludesse con la vittoria del tricolore, ma nemmeno i più pessimisti avevano tratteggiato uno scenario in cui la Vecchia Signora potesse rimanere fuori addirittura dalla prossima Champions League.
Così, dopo la sconfitta con il Milan, una vera e propria resa, il futuro di Pirlo sulla panchina bianconera, nonostante le parole di conferma arrivate dai vertici, sembra praticamente già segnato, con il cambio alla guida della squadra che dovrebbe avvenire in estate.
Ma chi sarà il prossimo allenatore della Juve?
Il nome più gettonato è lo stesso che risuona da qualche mese, quello del ritorno di Max Allegri. Sostituito da Sarri in nome del “bel gioco”, il tecnico livornese verrebbe chiamato per risollevare e ricostruire una squadra che ha mostrato in questi anni di essere davvero molto difficile da gestire.
Anche il secondo candidato sarebbe una vecchia conoscenza della Juventus, però solo da calciatore: Zinedine Zidane. Il tecnico francese sta per terminare il suo secondo mandato a Madrid, ma stavolta potrebbe farlo senza trofei. Dopo il pareggio con il Siviglia, il destino della Liga è tutto nelle mani dell’Atletico, e la vittoria dei Colchoneros potrebbe significare anche il secondo addio tra Zidane e Perez.
Questi i due nomi più caldi. C’è poi una terza ipotesi, quella che potrebbe diventare percorribile in caso di mancato accordo con i primi due. Si tratta di Simone Inzaghi, che non ha ancora rinnovato il suo contratto con la Lazio, e potrebbe quindi diventare appetibile per la Juventus. Si tratterebbe di un allenatore giovane, di personalità, che ha dimostrato di sapersi adattare molto bene al materiale a sua disposizione e che in questi anni ha maturato anche esperienza europea. È, al momento, in seconda fila, ma potrebbe diventare come detto una strada percorribile nel caso in cui, per un motivo o per un altro, Allegri o Zidane non arrivassero a Torino.