La sbornia è passata, o forse no. Forse non passerà, almeno per un po’. Di sicuro, ancora non abbiamo capito la portata della tua...

La sbornia è passata, o forse no. Forse non passerà, almeno per un po’.

Di sicuro, ancora non abbiamo capito la portata della tua impresa. E chissà quando la capiremo. Chissà quando realizzeremo che questa pazza storia è successa davvero. Questa follia che i bookmakers ritenevano meno probabile di una ricomparsa di Elvis Presley, vivo e in salute, o della scoperta dell’esistenza di una creatura mostruosa all’interno del lago di Loch Ness, nel cuore delle Highlands scozzesi.

Forse ce ne renderemo conto per davvero solo nel corso degli anni. Quando, nell’albo d’oro della Premier League, a fianco alla datazione cronologica 2015-16, leggeremo le due paroline magiche: Leicester City.

Per ora, per adesso, grazie, Claudio.

Grazie per averci regalato questa storia, che credevamo possibile solo in un mondo utopico, e che invece ora è vera, reale, da toccare con mano. Grazie perchè ad agosto nessuno di noi si sarebbe aspettato di trovarsi, a maggio, a trepidare, a sudare, ad emozionarsi, a pregare il Cielo per la squadra di una città di 300.000 abitanti piazzata proprio nel mezzo dell’Inghilterra. Grazie perchè è proprio questa magia, questo essersi ritrovati a fare tutti, indistintamente, il tifo per voi Foxes, la magia di questa storia e la magia del calcio.

Perchè si, qualcuno ci dirà e continuerà a dire che si, non è che si diventa tifosi di una squadra così, per caso o per gioco. Che solo chi il Leicester lo tifa da una vita può fare sua questa impresa, che noi altri, noi estranei, siamo solo gente che vuole salire in corsa sul carrozzone dei vincitori. E invece è proprio per questo che vogliamo ringraziarti. Vogliamo ringraziarti, Claudio, perchè è anche merito tuo se abbiamo vissuto questa favola come se nel nostro cuore non avessimo avuto altra squadra che il Leicester City, da sempre. E’ merito tuo se ci è sembrato tutto così naturale. Tutto così spontaneo.

Sarà perchè la storia di questi ragazzi, in fondo, è un po’ la storia di tutti noi. Chi per un motivo, chi per un altro. Anche la tua, Claudio. Perchè alla fine la storia di questi ragazzi è la nostra, dell’operaio che scopre che ha un futuro nel calcio, del ragazzo troppo magro per diventare grande, del piccolo maratoneta che non sa fare altro che correre, di difensori considerati come bolliti, di portieri schiacciati dall’eredità di un cognome troppo pesante. Non è mai stata una squadra come le altre, questo Leicester. E’ stata, dal primo giorno, una fabbrica di storie umane, di storie di gente troppo vicina a noi, per non essere apprezzata per davvero.

Grazie, Claudio, perchè senza di te questo non sarebbe stato possibile. E perchè anche la tua, in fondo, è una di quelle storie che sentiamo un po’ nostre. La storia di un allenatore considerato finito, etichettato come eterno secondo, considerato perdente. La storia di un uomo non più giovane, in un mondo in cui avere più di sessant’anni sembra essere diventata una colpa.

Grazie, Claudio, perchè questa storia non ha senso. Ed è proprio per questo che ce ne siamo innamorati.

Valerio Nicastro
twitter: @valerionicastro