Dopo avervi presentato i primi due raggruppamenti di questa attesissima Copa America, andiamo a concludere il nostro percorso con la presentazione dell’ultimo gironcino, quello...

Dopo avervi presentato i primi due raggruppamenti di questa attesissima Copa America, andiamo a concludere il nostro percorso con la presentazione dell’ultimo gironcino, quello che vedrà oggi scendere in campo le sue protagoniste. Il Gruppo C vede iscritte ai nastri di partenza il Brasile, la Colombia, il Venezuela e il Perù.

Le partite:

14 giugno ore 21.00 Colombia – Venezuela
14 giugno ore 23.30 Brasile – Perù
18 giugno ore 02.00 Brasile – Colombia
19 giugno ore 01.30 Perù – Venezuela
21 giugno ore 21.00 Colombia – Perù
21 giugno ore 23.30 Brasile – Venezuela

BRASILE

Il Brasile ha un solo e unico obiettivo: riscattare il disastroso mondiale di casa e far dimenticare all’Universo intero il mitologico 7-1 con cui i verdeoro sono stati umiliati dalla Germania. La squadra di Dunga sarà di fronte a una missione difficile, visto il parco avversari, ma la fame e la voglia di riscossa potrebbero rappresentare un surplus. In porta dovrebbe trovare posto il mestierante Jefferson, 32 anni e esperienza internazionale scarsa: qualche vaccata potrebbe scapparci pure. In mezzo alla difesa, come sempre, Thiago Silva prenderà per mano David Luiz e lo farà sembrare un giocatore di calcio. Sulle fasce, a sinistra Filipe Luis, a destra lo stravagante Dani Alves che, dovesse incrociare qualche testa calda, potrebbe passare brutti quarti d’ora. A centrocampo le randellate di Fernandinho la faranno da padrone, e quel brav’uomo, probabilmente, dovrà sopportare da solo le angherie di quegli altri che faranno il bello e il cattivo tempo davanti.

Casemiro, Douglas Costa, Coutinho, poi ovviamente Neymar (non c’è bisogno di dirvi che lo vediamo di un male…), poi però, arriva la vera domanda fondamentale, quella che attanaglia il Brasile dalla scomparsa della generazione dorata dei Fenomeni e del Fenomeno: ma la palla chi diamine la butta dentro? Robinho, Diego Tardelli, Roberto Firmino. I nomi a disposizione di Dunga sono da mettersi le mani nei capelli, e immaginiamo che la Federcalcio brasiliana avrebbe pagato oro per naturalizzare un Paloschi o uno Sforzini qualsiasi.
/>COLOMBIA

I Cafeteros sono una delle insidie più grandi in questa Copa America sulla strada delle favorite di prima fascia, come Argentina, Cile e Brasile. Josè Pekerman ha tra le mani un gran bel gruppo, che potrebbe rappresentare una delle sorprese in una Copa che spesso ha premiato gli outsider a discapito delle squadre più attese. Il Mondiale brasiliano, concluso brillantemente nonostante l’eliminazione per mano dei padroni di casa, ha rappresentato la consacrazione per la squadra colombiana. Il 4-2-3-1 messo in campo da Pekerman dovrebbe vedere Ospina in porta, rinfrancato dalla buona esperienza in Inghilterra con la maglia dell’Arsenal. In difesa peserà purtroppo al centro l’assenza di SuperMario Yepes, che a noi, personalmente, mancherà da morire. Anche ai colombiani, probabilmente, visto che le responsabilità del reparto arretrato dovrebbero gravare sulle spalle di Zapata. Aiuto.

Per permettersi di giocare con 4 giocatori iper-offensivi davanti, servono due criminali in mezzo al campo a fare da filtro e a seminare panico e terrore. E Carlos Sanchez dell’ Aston Villa, in compagnia di Alex Mejia del Monterrey, sapranno senza ombra di dubbio portare a termine questo compito con grande attenzione. Porteranno a termine anche qualche carriera, probabilmente. I quattro davanti, appunto: Cuadrado, James Rodriguez, Muriel, Ibarbo, Falcao, Jackson Martinez, Bacca. E Teofilo Gutierrez, che purtroppo temiamo potrà non vedere mai il campo. Insomma, la Colombia, con il giusto mix di talento, organizzazione e delinquenza, può dire decisamente la sua.

VENEZUELA

La Vinotinto viene dal grande successo del 2011, con la semifinale e il quarto posto raggiunto. Ma quello fu probabilmente un miracolo, e la realtà, oggi, parla di un gruppo da superare come impresa già quasi impossibile. Noel Sanvicente, nuovo commissario tecnico del Venezuela, dovrà provare a sfangarla in maniera becera queste tre partite, e per farlo si affida al suo solito e solido gruppo di senatori.

In porta non vedremo le evoluzioni di Ronny Vega, troppo vecchio per far parte di questa spedizione cilena, ma ci dovremo accontentare di Dani Hernandez, del Tenerife. Il reparto può contare sui capelli ricci e sulla voglia di menare mani e piedi di Oswaldone Vizcarrondo, uno di quei soggetti che ci scalda il cuore, e sull’esperienza di Fernando Amorebieta, che in Inghilterra dovrebbe aver imparato come ci si comporta di fronte alle avversità. Piedi buoni a centrocampo, con Juan Arango e Cesar Eduardo Gonzalez, el Maestrico, oltre al genoano Rincon che tanto ci ha entusiasmato. Dietro le punte (anzi, la punta) agirà un gruppo di giovani di talento, tra cui spicca il granata Josef Martinez che abbiamo potuto ammirare in tutto il tuo splendore quest’anno, e il giovanissimo classe 1995 Murillo. L’unica punta? Ovviamente il gigantesco Salomon Rondon, oramai avvezzo al campionato russo e alle sportellate, e che quest’anno è chiamato alla consacrazione. La Vinotinto potrebbe essere una piacevole sopresa o una cocente delusione. Al campo il responso.

PERU’

Quattro anni fa, il Perù, sulle ali del Barbaro Paolo Guerrero, raggiungeva le semifinali della Copa America che sarebbe stata poi vinta dall’Uruguay. Oggi, di quel 2011 è rimasto ben poco, e probabilmente sarà difficile ripetere quelle eroiche gesta. Il tecnico argentino Ricardo Gareca (soprannominato “el Tigre”) dovrà fare un’impresa per portare più avanti possibile la squadra blanquirroja e, nel frattempo, si arrocca in maniera putrida sulle barricate del suo zozzissimo 4-4-1-1. Le chiavi della difesa saranno saldamente in mano a Carlos Zambrano, pronto a dispensare di tutto pur di non far passare gli avversari. Sulle fasce, i terzini avventurieri Yotun e Advincula (un nome, una garanzia, insomma).

A centrocampo occhio all’immarcescibile Carlos Lobaton: sulle fasce, invece, da dove il Perù potrebbe provare, per caso più che per volontà, a fare un po’ di gioco, veleggeranno Carrillo dello Sporting Lisbona e soprattutto l’uomo che ha più Peroni da 66 che chilometri sul groppone: Juan Manuel Vargas. Davanti Cueva farà da apripista alle delinquentate del Barbaro Guerrero. Pronti dalla panchina gli eterni Jefferson Farfan e Claudio Pizarro (37 primavere sulle spalle). La sensazione è che la partita con il Venezuela sarà un vero e proprio spareggio per il terzo posto, sperando che sia sufficiente per accedere ai quarti di finale.