I 10 compagni di squadra che ti fanno salire il crimine
Calcio di provincia Febbraio 8, 2016 delinquentidelpallone
I compagni di squadra, per noi, sono come dei fratelli. Se tutto va bene, e non ci sono intoppi in stagioni sfortunate (può capitare, per carità di Dio) per loro saremmo disposti a buttarci nel fuoco. O, perlomeno, così dovrebbe essere.
Eppure, in tutte le squadre che si rispettino, ci sono dei compagni di squadra che ti fanno perdere la pazienza, per colpa del loro carattere o di alcuni aspetti del loro gioco in particolare. Abbiamo provato a esplorare questo piccolo microcosmo, e vi proponiamo oggi 10 esemplari di compagni di squadra che, in un modo o nell’altro, vi fanno salire il crimine. Eccoli a voi, uno per uno.
1. Quello che non la passa mai
Se giochiamo in terza categoria, un motivo ci sarà. E se per alcuni quel motivo può essere la sfortuna, le circostanze oppure il destino, per il restante 99% dei casi il motivo è solo e soltanto uno: i piedi fucilati. Il problema è che, anche a questo infimo livello, ci sono alcuni compagni di squadra che non ne vorranno mai e poi mai sapere di arrendersi all’evidenza. Continueranno, imperterriti, a credersi dei fenomeni indiscussi e, proprio in virtù di ciò, per loro passare il pallone a un proprio compagno di squadra è quasi un crimine.
Questi soggetti, che in genere finiscono per prendere le botte nello spogliatoio sotto la doccia entro fine anno, sono quasi convinti di farvi un piacere nel venire a giocare con voi. Il fatto che ci siano 10 persone che indossano la maglia uguale a loro, per costoro è solo una coincidenza frutto del caso. Loro, il pallone, continueranno a non passarvelo MAI.
2. Quello che tira sempre da 30 metri
In realtà nella maggior parte dei casi, questo soggetto può coincidere con quello descritto al punto uno. E’ molto facile, infatti, che chi non ha intenzione di passarvi la palla, essendo impossibilitato a finire in porta insieme al pallone, tenti molto spesso la conclusione dalla distanza. Altre volte, invece, può capitare che i due personaggi siano distinti e separati (e magari ne avete due in squadra, poveri voi) e quindi vale la pena approfondire la questione.
Questo compagno di squadra è convinto, dopo anni e anni di esercitazioni, di aver messo su un tiro dalla distanza assolutamente rispettabile, anche perchè si ricorda ancora di quella volta in cui, nei Pulcini, segnò da lontanissimo, complice la papera del portiere alto un metro e dieci. Lui, però, ci crede davvero, e non appena se ne presenta l’occasione, lascia partire i suoi missili terra-aria. Che finiscono puntualmente oltre la recinzione del campo, facendo bestemmiare i giocatori in campo, la panchina, il mister e anche il custode che sarà costretto ad andare a recuperare il pallone diverse centinaia di metri più in là.
3. Quello che prova i lanci lunghi dalla difesa
Il calcio moderno ha costruito dei mostri veri e propri. E uno di questi mostri è il centrale di difesa convinto dei propri mezzi. Ma, fidatevi, quanto è vero Iddio, dalla Lega Pro in giù non ne esistono centrali di difesa dai piedi buoni in grado di impostare la manovra o addirittura tentare lanci lunghi alla Pirlo per mettere i compagni davanti alla porta.
Solo che il vostro difensore centrale di fiducia di tutto questo discorso non ha capito una sola parola. Per cui continua imperterrito a cercare il lancio in profondità per le punte, perdendo puntualmente palla ed esponendo la squadra al contropiede avversario. In genere, un lancio su due finisce in tragedia. Per non parlare di quando questi sventurati tentano addirittura l’uscita a testa alta palla al piede, alla Lucio. Disastro.
Il centrale di difesa, quando ha la palla tra i piedi, deve fare una e una cosa soltanto: sparecchiare e spazzare il più lontano possibile, senza pensare a nulla.
4. Il fotomodello
Se chiedete a lui, vi dirà che è tutta invidia. In realtà, no, sta sul cazzo a tutta la squadra semplicemente perchè il calcio non è uno sport per fighetti ma, per qualche strano motivo, negli ultimi anni qualcuno sembra aver deciso di far sembrare che sia così. E per questo gente come questo vostro compagno si sente autorizzata a scendere in campo conciata di tutto punto, con il gel nei capelli e le sopracciglia curate fin nei minimi dettagli.
Per questo vostro compagno di squadra, il campo è un optional, anzi, non ha la benchè minima intenzione di sporcarsi le scarpe nel fango e nell’acquitrinio dei più putridi campi di provincia: per lui l’importante è venire bene nel selfie di fine gara nello spogliatoio o, meglio ancora, al tavolo dell’aperitivo o dell’happy hour post partita. Perchè questo è il motivo per cui gioca.
Siete la rovina del calcio, sappiatelo.
5. Quello che ha sempre la scusa pronta
Torniamo -finalmente- alle mere questioni di campo, che sono quelle che ci stanno più a cuore. Ce l’avete sicuramente tutti questo compagno di squadra che, qualsiasi cosa succeda, ha sempre la scusa pronta. State pur certi che, anche se sbaglia un gol a un centimetro dalla porta o se manda in rete un avversario con un retropassaggio semivolontario, la colpa non sarà mai la sua. Mai, per nessuna ragione al mondo.
Si, perchè questo individuo ha sempre una scusa pronta. C’è sempre un sole in faccia a oscurare la visuale, una trattenuta non vista dall’arbitro, un fischio galeotto arrivato dagli spalti a deconcentrarlo, un campo troppo brutto per le sue qualità tecniche, una pioggia troppo battente per permettergli di esprimersi come lui sa. Insomma, avete capito l’antifona: non c’è verso di fargli pronunciare le fatidiche paroline magiche: “E’ colpa mia, scusate”.
Mazzarriano.
6. Quello che pensa di essere simpatico
Una parte importante, anzi fondamentale, della vita di spogliatoio, consiste nel costruire un gruppo coeso, solido e cementato. Insomma, essere amici e fratelli prima ancora che compagni di squadra. Per cui nello spogliatoio c’è sempre bisogno di qualcuno che tenga alto il morale con scherzi, giochi e prese in giro. Senza esagerare, perchè se no poi si finisce per stare sulle palle alla gente.
Ecco, quello che pensa di essere simpatico, in genere ESAGERA. Ogni giorno prova a organizzare uno scherzo più stupido dell’altro, nasconde ciabatte, accappatoi e telefoni, finge di farsi male per far fare una risata a tutti, prova in tutti i modi a strappare un sorriso a qualcuno, stressa sul gruppo Whatsapp. Solo che, molte volte, quando scendiamo in campo, vorremmo solo che nessuno ci dia fastidio. Ecco, quando quello che pensa di essere simpatico esagera, ci sarà sempre qualcuno con la luna storta pronto a riportarlo sulla terra a suon di ceffoni.
7. Il cocco del mister
E’ scarsissimo, non mette insieme 3 passaggi da quando c’era ancora in piedi il Muro di Berlino, a memoria d’uomo nessuno ricorda un gol, non ha una collocazione precisa in campo, non riesce ad imparare uno schema nemmeno portando in campo i foglietti delle tattiche, non sta simpatico nemmeno a sua madre e suo padre, puzza da morire perchè non si fa la doccia, è permaloso, suscettibile e irascibile, parla male di tutti, eppure, inspiegabilmente, gioca tutte le partite. Dal primo all’ultimo minuto.
Una spiegazione razionale a tutto ciò? Semplice. Questo viscido individuo si è insinuato nella testa del mister e ne è diventato il cocco, l’uomo preferito, a suon di leccate di natiche e rivelazioni sui malumori dello spogliatoio.
Infame.
8. L’amante delle statistiche
Altro mostro partorito dal calcio moderno. Grazie al progresso delle tecnologie e dell’informatica, oggi il calcio è sempre più un gioco analizzabile dal punto di vista statistico e soprattutto scientifico: analizzare un match di calcio è oggi infinitamente più semplice grazie alle statistiche avanzate che aiutano a capire una partita nei minimi dettagli, scoprendo posizioni in campo, accuratezza dei passaggi, spazi occupati e tante altre cose molto preziose. Ecco, questo per il calcio di quelli bravi. Perchè in terza categoria sapere che Ciccio ha sbagliato 10 passaggi su 11 non è che sia di grande aiuto.
Invece questo vostro compagno si è attrezzato, ha deciso di far riprendere tutte le partite dalla telecamera del cugino e vuole analizzare ogni match nei singoli dettagli. Ignorando il fatto che a certi livelli il calcio è solo una gigantesca zuffa nella quale l’unico obiettivo è portare a casa la pellaccia. Fastidioso, ma in genere recede molto presto dai suoi propositi, quando capisce di essere fondamentalmente inutile.
9. Quello che non la butta dentro nemmeno con le mani
Ce la state mettendo tutta. 90 minuti di fatica, di barricate, di spazzate, di randellate date e prese per evitare di prendere il gol. Poi, all’ultimo giro di lancette, arriva il pallone giusto, quello da spingere solamente in rete. Il vostro numero 9 carica il tiro e, faticando a rimanere in piedi, ciabatta in maniera putrida e ignobile un tiro che il portiere deve solamente raccogliere ringraziando.
In quasi tutte le squadre di provincia c’è il bomber fallito, quello che la palla non la metterebbe dentro nemmeno con le mani e che vanifica quasi tutte le azioni d’attacco della squadra. Fonte di innumerevoli bestemmie e ingiurie, fondamentalmente è pure un bravo ragazzo, quindi risulta anche difficile prendervela più di tanto con lui.
L’unica cosa da fare è continuare a volergli bene e accendere un cero alla Madonna affinché prima o poi in qualche modo la butti dentro.
10. L’allenatore in campo
Si, vero, in campo, soprattutto ai livelli più infimi, c’è sempre bisogno di qualche giocatore d’esperienza in grado di guidare la squadra, fare da collante e recitare il ruolo del leader. Però, come sempre, c’è qualcuno che esagera, e quindi questo vostro compagno di squadra, solitamente, non si limita a dispensare preziosi consigli e suggerimenti. No, questo vostro compagno di squadra è uno stress continuo, una radio sempre accesa e sempre pronta a redarguirvi, soprattutto quando siete già nervosi di vostro e non vorreste sentir volare una mosca.
L’allenatore in campo passa la metà del tempo a urlare indicazioni a questo o a quell’altro compagno, rimanendo spesso fermo a centrocampo, visto che i polmoni e il fiato lo hanno abbandonato parecchio tempo fa. Solo il fatto che ha almeno 20 anni in più di voi e potrebbe essere vostro padre vi ha trattenuto dal mettergli le mani addosso, lo sappiamo.